Cara Pamela,
Nel 2009 sono
dieci anni che lo Svizzero mi ha tradito. È una ferita che porterò nell'anima
fino al giorno della mia morte. Che mi abbia negato il favore che gli chiesi lo
capisco, ma approfittare dell’occasione per interrompere i rapporti con me, per
disinteressarsi completamente della mia sorte, non offrirmi neppure un
consiglio né una parola di conforto, è secondo me sintomo di profonda degenerazione
morale.
Mi ricorda
l’operazione di borsa che in inglese si chiama “mark to market”. Tutti gli
operatori di borsa rivalutano periodicamente il loro portafoglio titoli e se
un'azione sta perdendo valore e non ci sono prospettive di recupero a breve
termine, il cambista se ne sbarazza senza alcuna remora. Un consiglio che gli
esperti del settore della speculazione danno sempre ai principianti è quello di
non affezionarsi mai alle azioni di una determinata società solo per il fatto
di averle nel portafoglio da anni. Ogni tipo di sentimentalismo è dannoso. Bisogna
valutare freddamente ogni attivo secondo il valore di mercato attuale e le
prospettive di rendimento futuro. E nel momento in cui un'azione non garantisce
più profitti, bisogna sbarazzarsene anche se questo comporta venderla a un
prezzo di molto inferiore a quello a cui l’abbiamo acquistata.
Molti speculatori
non imparano mai del tutto questa tecnica. Il loro sentimentalismo li tradisce.
Altri, invece, hanno un talento naturale per il distacco emotivo.
Non si può
giustificare la sua condotta adducendo a scusa la stupidità. Lo Svizzero ha diversi
parenti e conoscenti molto astuti a cui rivolgersi per avere consigli su tutte le
circostanze della vita. Ma lui non si è neanche preso la briga di farlo, ha
preferito liberarsi del problema una volta per tutte, secondo il detto “meglio
prevenire che curare”.
Mi ha comunicato
con presunzione che preferiva spendere i suoi soldi per la sua famiglia
piuttosto che per me (suo fratello). Io ero avvilito e demoralizzato dato che
ero disoccupato e vivevo alla giornata, e non avevo la forza di discutere. Se
ce l’avessi avuta gli avrei detto che i soldi glieli avrei restituiti non
appena avessi potuto. In questi anni ho chiesto soldi in prestito veramente a
tutti, ad amici che si trovano in vari continenti. Da molto tempo ho restituito
tutto quello che mi hanno prestato ed erano migliaia di dollari.
I soldi che mi
aveva prestato lo Svizzero fino ad allora, invece, non glieli ho restituiti né
mi sento obbligato a farlo dato che per me gli obblighi che nascono da un
prestito non hanno la precedenza sugli obblighi nati dai legami familiari.
Lo Svizzero crede
molto nei legami familiari ma in modo piuttosto selettivo. Alcuni parenti
lontani hanno la priorità sui parenti più vicini, presumibilmente in maniera
conforme allo schema di rivalutazione periodica che ho spiegato prima. Alcuni
parenti, in occasione di una rivalutazione, cessano anche di essere parenti e
si convertono in sconosciuti. Anche se si tratta del parente che gli ha
insegnato a guidare la macchina.
Che altra
spiegazione si può dare se si considera il fatto che solo pochi mesi dopo
avermi mandato al diavolo come se fossi un mendicante fastidioso – e adducendo
inoltre a motivo la mancanza di risorse – spese migliaia di franchi per
attraversare l’Atlantico e andare a trovare nostro zio Bill, che appena
conosceva, mentre a poche centinaia di chilometri dallo zio Bill vivevo io e
venni a conoscenza del periplo dello Svizzero per puro caso? D’altra parte,
devo ammettere che lo zio Bill aveva una Mercedes-Benz e io no.
Credo anche che
non fosse necessario andare in escandescenza per telefono solo per averlo
interrotto durante la lezione di lingua per chiedere il suo aiuto.
Tradirà anche te,
quando non sarai più utile per i suoi fini. Dagli tempo.
L’agiatezza dello
Svizzero si deve in buona parte al fatto che ancora bambino i nostri genitori lo
mandarono a studiare in uno dei paesi più ricchi e stabili del mondo dove ebbe l’intelligenza
di rimanere e convertirsi in un cittadino, sposando una nativa. A dispetto
della sua tradizione artigianale, la Svizzera possiede uno dei sistemi politici
più generosi del mondo in fatto di prestazioni ai cittadini. Lì chiunque è
protetto dalla comunità contro i casi della vita.
Lo Svizzero
soffre del delirio secondo cui il fatto che sia ricco è dovuto esclusivamente
al proprio ingegno e alla propria abilità. Al contrario, il fatto che io non lo
sia è dovuto puramente al mio carattere peccaminoso e perverso. Il fatto che
abbia dovuto passare quasi un terzo della vita vivendo da immigrato illegale o
in situazioni irregolari – in una mezza decina di paesi — secondo lui è un
difetto del mio carattere. Non ho mai potuto candidarmi per un impiego come
funzionario pubblico perché da quando avevo 12 anni sono straniero in ogni
paese in cui ho vissuto e mi è sempre mancato qualche requisito per naturalizzarmi.
Secondo quanto mi
ha spiegato uno psichiatra, i problemi di condotta (instabilità emotiva e
geografica, sradicamento, difficoltà di concentrazione) che avevo da
adolescente e da adulto erano dovuti principalmente al fatto che soffrivo di
una depressione clinica che venne diagnosticata solo molti anni dopo. La mia inclinazione
per l’hashish, con tutte le conseguenze del caso, si doveva al fatto che la Cannabis
indica possiede grandi poteri antidepressivi. Di fatto mi ricordo
chiaramente che quando iniziai a prendere gli antidepressivi il mio desiderio di
erba diminuì drasticamente. Ho ancora questa inclinazione però ho passato anni a
Washington DC senza prendere nessuna droga – né tantomeno alcol – e la cosa non
mi è risultata affatto difficile.
Mi ricordo di
come a volte, a casa, dovevamo fare qualche piccolo sacrificio per pagare il
collegio in Svizzera dove studiava. Ne valeva la pena, per assicurare un futuro
al ragazzo, mi dicevo.
Charlie
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